Parola e antiparola dell’anno 2011 in Alto Adige


19.01.2012,

Non siamo indenni all’indignazione - Le parole dell’anno 2011 per l’Alto Adige: indignato, Vertrauenskrise e ursus ladinicus

Gli altoatesini sono indignati e piuttosto sfiduciati. Questo parrebbe essere il riassunto dei sentimenti principali legati all’anno appena passato, almeno giudicando in base ai risultati della scelta della parola e antiparola dell’anno per la nostra provincia.

Il gruppo di lingua italiana ha espresso la propria indignazione per le discriminazioni e diseguaglianze sociali, per lo stato del pianeta, il consumismo assunto come valore, la corsa alla competizione. Nelle proposte raccolte per la parola dell’anno è evidente la reazione agli scandali finanziari, politici e sessuali, a tutti i livelli, da quello internazionale a quello nazionale e locale. Si va dalla rabbia degli indignados spagnoli che hanno contagiato tutta Europa e anche l’Alto Adige, allo sdegno per gli scandali sessuali nazionali e bolzanini, alla forte reazione per le vicende legate al sistema finanziario e bancario, come anche per il recente scandalo legato alla società per l’energia elettrica SEL. La scelta della parola dell’anno è dunque caduta su “indignato”. Del resto, per molti intellettuali, da Giovenale a Stephane Hessel, l’indignazione è considerata un antidoto alla passività: provare sdegno indica un risveglio delle coscienze di fronte alla violazione dei diritti fondamentali. Ad antiparola si è invece deciso di eleggere “indennità”. Ciò che nasce come un modo per alleviare un disagio o risarcire una spesa maggiore viene ormai spesso percepito come privilegio poco giustificato di una casta, in particolare se riferito alla politica. Anche in Consiglio regionale e provinciale si è a lungo discusso sull’opportunità di operare dei tagli, più o meno sostanziali, alle indennità dei rappresentanti locali.

La crisi del debito italiano ed europeo, l’affare SEL e il numero crescente di persone sfiduciate nei confronti della politica e del sistema finanziario sono al centro delle scelte della giuria di lingua tedesca per l’anno 2011: “Vertrauenskrise” (crisi di fiducia) è la parola che rappresenta meglio i sentimenti del gruppo tedesco. Nella stessa direzione va l’antiparola “Treuhandgesellschaft” (società fiduciaria), che più che ispirare fiducia, sembrerebbe un termine utilizzato per non far capire chi in realtà stia alla guida di determinate società. La connotazione negativa che si è guadagnata questa parola, anche in seguito alle vicende legate alla SEL, nuoce ora anche a quelle società che operano nella più completa trasparenza.

La parola dell’anno in lingua ladina è “ursus ladinicus”, il plantigrado preistorico cui è stato dedicato un museo a San Cassiano in Badia. La giuria ha motivato la propria scelta anche con la volontà di esprimere il proprio apprezzamento per la presenza del termine “ladino” all’interno del nome scientifico dato all’animale. “Fondo Brancher” rappresenta l’antiparola ladina del 2011. Il fondo nasce dalla necessità di contenere il divario tra i comuni veneti di lingua ladina e i territori confinanti situati nelle Province autonome di Trento e Bolzano. Tuttavia, sino ad oggi i comuni interessati non hanno ricevuto alcun finanziamento. Sembrerebbe dunque più un termine utilizzato per placare gli animi a breve termine, senza che alle promesse vengano fatte seguire della azioni concrete.

La popolazione altoatesina è stata chiamata a scegliere le parole più rappresentative dell’anno passato per la settima volta. In questa occasione la partecipazione è stata particolarmente numerosa: sono state inviate ben 900 proposte (quasi tante quante in tutta la Svizzera, che ne ha raccolte 1000), anche grazie alla visibilità data all’iniziativa dalla nuova pagina web www.wopapa.it. Oltre che con le cartoline, ora è possibile inviare proposte anche attraverso il sito in modo facile e veloce.

Gli organizzatori dell’iniziativa, la Sprachstelle del Südtiroler Kulturinstitut, l’Istituto di Comunicazione specialistica e plurilinguismo dell’EURAC, la Facoltà di scienze della formazione della LUB e la biblioteca provinciale Dr. Friedrich Teßmann, desiderano ringraziare tutti coloro che hanno voluto partecipare inoltrando le proprie proposte.

La giuria:
Andrea Abel, Institut für Fachkommunikation und Mehrsprachigkeit, EURAC
Johannes Andresen, Landesbibliothek Dr. Friedrich Teßmann
Armin Gatterer, Abteilung für deutsche Kultur
Aivars Glaznieks, Institut für Fachkommunikation und Mehrsprachigkeit, EURAC
Eva Gratl, Oberschullehrerin und Publizistin
Monika Obrist, Sprachstelle im Südtiroler Kulturinstitut
Martina Irsara, Facolté de Scienzes dla Formazion dla Université Ledia de Bulsan
Gerda Videsott, Facolté de Scienzes dla Formazion dla Université Ledia de Bulsan
Paul Videsott, Repartizion ladina dla Facolté de Scienzes dla Formazion dla Université Ledia de Bulsan
Claudia Provenzano, Dipartimento Istruzione e Formazione italiana – Area Pedagogica
Elena Chiocchetti, Istituto di Comunicazione Specialistica e Plurilinguismo, EURAC
Isabella Stanizzi, Istituto di Comunicazione Specialistica e Plurilinguismo, EURAC