
19.01.2011,
Per la sesta volta consecutiva è stato chiesto agli altoatesini di scegliere le parole e le parole mancate per l’anno appena trascorso. Per la prima volta la ricerca si è estesa anche alla frase dell’anno. I risultati riflettono in maniera significativa ciò che si è particolarmente imposto all’attenzione della popolazione altoatesina nel 2010.
Per la giuria italiana la parola dellanno è “risparmio”, scelta al contempo come parola e come parola mancata per le diverse interpretazioni che se ne possono dare. La si può infatti considerare portatrice di un significato positivo, se la si collega al concetto di uno sviluppo futuro della società che punti più sulla qualità che sulla quantità: come ha detto l’economista Serge Latouche nell’affollata conferenza tenuta alcuni giorni prima di Natale a Bolzano, è forse finito il tempo della crescita “selvaggia” della finanza, come del consumo sfrenato di beni superflui e di risorse; è arrivato il tempo della “decrescita”, che non significa ritornare all’età della pietra, ma usare in modo consapevole le risorse naturali che abbiamo a disposizione, ripensando i concetti di benessere e qualità della vita all’insegna del risparmio e della sobrietà.
La parola “risparmio” assume d’altro canto, in particolare in questo momento di crisi economica, una connotazione negativa, soprattutto se la si associa alle misure finanziarie adottate in questi ultimi tempi. L’imposizione di tagli ai bilanci di molti paesi europei nell’ambito della spesa per la cultura, la sanità e l’istruzione, nonché di sacrifici alle famiglie economicamente più deboli, hanno creato disoccupazione e aumento della povertà.
Purtroppo, il numero limitato di proposte non ha permesso di scegliere una frase dell’anno.
“Wir müssen sparen”, cioè “dobbiamo risparmiare”, è la frase che è stata sulla bocca di tutti gli altoatesini nell’anno appena trascorso, contrassegnato da tagli e riduzioni ai bilanci. È lecito chiedersi se chi ha fatto tale dichiarazione, pur utilizzando la forma plurale “noi”, non si riferisse tanto a se stesso quanto agli altri… “Wir müssen sparen” è stata quindi eletta come frase dell’anno dal pubblico di lingua tedesca.
La scelta della parola dell’anno è invece caduta su un termine che non desta particolari sorprese: “Wählbarkeit”, cioè “eleggibilità”, concetto definito in modo vago o preso così poco seriamente in Alto Adige da tenere occupati diversi giudici e ostacolare tre consiglieri provinciali. La parola mancata che ha ottenuto il maggior numero di voti è “Erreichbarkeit”, che significa “raggiungibilità”. L’essere maggiormente raggiungibili può nascondere anche aspetti negativi, se lo si rapporta ai ritmi sempre più frenetici imposti dalla società attuale. Migliorare la propria “raggiungibilità” significa infatti in primo luogo strade ed autostrade più ampie, piste di atterraggio più lunghe, più impianti di risalita, gallerie, traffico, sempre meno tranquillità, soprattutto in tempi di costante raggiungibilità via cellulare, Facebook ed Internet a banda larga. Le proposte inviate hanno mostrato che “Erreichbarkeit” è diventato per molti un concetto che può provocare reazioni di disappunto.
Anche la giuria ladina si è trovata a fare i conti con il concetto di “raggiungibilità”: quale parola dell’anno ha scelto infatti “Antersasc”. La realizzazione della strada per la malga Antersasc, sita nel cuore delle Dolomiti, Patrimonio Naturale dell’Umanità, ha infiammato gli animi della popolazione ladina. La parola mancata è “piz de pèsc” (angolo di pace). La malga di Antersasc è stata descritta in tutti i media come “ultim piz de pèsc”, ossia lultimo rifugio in cui si possa godere di pace e tranquillità. Il termine sembra alquanto inadatto a descrivere il persistente clamore e le forti reazioni suscitate.
Come frase dell’anno è stato scelto un titolo del giornale “La Usc di Ladins”: “Plan plan toma la rei”. L’articolo pubblicato il 27 novembre 2010 tratta i problemi di connessione a Internet in alcune zone della Val Badia. La frase rappresenta un gioco di parole con la canzone natalizia “Plan plan toma la nei” (piano piano scende la neve) e significa letteralmente “piano piano scende la rete”. Al lettore viene lasciata la possibilità di interpretare questa frase positivamente (lentamente Internet sta raggiungendo ogni luogo) oppure negativamente (inevitabilmente la debole connessione Internet prima o poi cadrà).
L’ufficio linguistico del Südtiroler Kulturinstitut, l’Istituto di Comunicazione Specialistica e Plurilinguismo dell’Accademia Europea (EURAC), la sezione ladina della Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano e le Biblioteche Provinciali Dr. Friedrich Teßmann e Claudia Augusta ringraziano tutti coloro che hanno preso parte con le proprie proposte a questa iniziativa.